Open Studio, 3 marzo 2017
Bologna
Un rettangolo piuttosto grande,
sufficiente a far risuonare il rumore di gocce d’acqua
che cadono dall’alto.
Nata da nuove forme di ricerca dello spazio, Vasca è composta da elementi semplici, linee essenziali e pulite. È un’installazione che ruota intorno al suono, usato come materia plastica. Il suono è generato da una goccia d’acqua filtrata attraverso il cemento, si diffonde nell’ambiente tramite le vibrazioni prodotte dal suo contatto col ferro.
Il collettivo si affida al suo ‘artigianato selvaggio’, alla conoscenza che si genera dallo sperimentare e apprendere con le forme che le mani possono generare.
I materiali sono ridotti al minimo, al centro dell’attenzione il meccanismo dell’installazione. Una cisterna di cemento carica d’acqua è appesa al soffitto, lascia filtrare gocce del suo contenuto sulla sottile vasca di ferro sottostante. Grazie ad un impianto sonoro che si sviluppa partendo da microfoni a contatto, il suono cadenzato dell’incontro tra acqua e metallo si amplifica attraverso le sfumature delle vibrazioni.
La ricerca del collettivo si focalizza sul tempo, e su una diversa interazione con esso. Uno studio che ambisce alla pulizia della forma e a un forte coinvolgimento sensoriale, non si affida ai canoni classici della ricerca artistica.
Con Vasca “non c’è niente da vedere”, allo spettatore è chiesto di essere nello stesso luogo e nello stesso tempo dell’opera.
Annika Pettini